La
collegiata di San Giovanni Battista, chiesa parrochiale di Morbegno e
più importante monumento barocco della provincia di Sondrio, sorge
sulla piazza lastricata di San Giovanni e poggia su due gradini che vanno
a formare un sagrato rialzato. Si affaccia maestosa sulle vecchie case
del centro storico cittadino, sulle quali sembra voglia diffondere la
sua spiritualità e solennità.
Nel 1680 inizia la costruzione dell'edificio nei pressi di un omonima
chiesa del VI secolo, andata poi distrutta. La struttura viene portata
a termine nel 1714, anno in cui riceve la benedizione e l'officiatura.
Soltanto in un secondo momento, a partire dal 1738, vengono cominciati
i lavori per l'edificazione della facciata. Direttore di queste opere
è il capomastro Giovanni Mattei di Valmaggia, mentre il progetto
è da attribuirsi a Pietro Ligari. In base al disegno originario
la facciata sarebbe dovuta risultare meno estesa in larghezza e con due
torre campanarie ai suoi lati. I lavori vengono interrotti nel 1742, probabilmente
per scarsità di denaro, e successivamente ripresi nel 1765 grazie
ai contributi delle famiglie Parravicini, Castelli di Sannazaro, Malacrida,
Delfino e Cotta, sotto la direzione di G.B.Adami. Il secondo progetto,
quello di Antonio Nolfi, prevede la soppressione delletorri campanarie
e l'estensione in larghezza per mezzo di due ali laterali. Il caso vuole
che tali lavori terminino nel 1780, esattamente 100 anni dopo l'inizio
della costruzione
della collegiata. Nello stesso anno, in data 24 giugno, la chiesa riceve
la consacrazione da parte del vescovo di Como Giovanni Battista Mugiasca.
Il risultato si mostra ancora solenne e fiero agli occhi di tutti: una
facciata imponente per le dimensioni, tripartita e a due ordini sovrapposti
divisi da un massiccio cornicione su cui si inserisce, al centro, un'area
balconata e coronata in alto da una balaustra. L'andamento leggermente
concavo esprime un significato di elevata spiritualità: simboleggia
il concetto barocco di Chiesa Madre che accoglie a braccia aperta i fedeli.
Ornano la facciata otto statue di Stefano Salterio di Laglio (San Pietro
a sin. e San Paolo a dx del portale; Santa Maria Maddalena a dx e Santa
Elisabetta a sin. sulle ali laterali; la Vergine Assunta a dx e San Giuseppe
col Bambino a sin. nelle nicchie superiori; Mosè a dx e Davide
a sin. sulla balaustra) oltre a festoni, vasi fiammanti e putti con i
simboli della Fede e della Speranza. Sopra il portale vi è un tondo
in stucco con l'agnello mistico disegnato dal morbegnese Giovan Pietro
Romegialli. Particolare è la sommità con il Cristo Redentore
che sostiene una croce in ottone, il cui autore è però ignoto.
Ne deriva una resa visiva, e quindi più efficace e a tutti comprensibile,
dei simboli e dei significati dell'Antico e del Nuovo Testamento.
L'interno si presenta, se si esclude l'area absidale e presbiteriale,
a croce greca (39 x 39 metri) ed è dominato da una maestosa volta
a crociera impostata su otto pilastri. Sopra l'abside, profonda e slanciata,
si innalza la cupola emisferica. Il corpo principale è costituito
da una grande ellisse posta longitudinalmente sulla quale si affacciano
otto cappelle.
Entrando, sulla sinistra, vi è la cappella che ospitava la vasca
del fonte battesimale, ora situato davanti al presbiterio. Seguono la
cappella di San Filippo Neri, caratterizzata dalla presenza della tela
più importante della chiesa, intitolata "La Madonna col Bambino
e San Filippo Neri", dipinta da Giovanni Battista Pittoni e dalla
presenza di affreschi di Giovanni Gavazzeni recanti episodi della vita
del santo; la cappella dello Spirito Santo, edificata per volere della
famiglia Parravicini; la cappella della Deposizione, di proprietà
della "Magnifica Comunità di Morbegno", affrescata dai
fratelli Cassina, mentre Pietro Ligari è l'autore
della pala dell'altare. Proseguendo sulla destra si incontrano la cappella
di San Giuseppe, i cui raffinati affreschi e le tele ovali poste sulle
pareti laterali sono opera del valtellinese Giacomo Parravicini di Caspano,
detto il Gianolo, mentre l'affresco dell'abside, raffigurante il battesimo
di Cristo è di P.Ligari; la cappella della Madonna del Carmine
con la statua lignea dorata della Madonna del Carmine al di sotto della
quale sono custodite le reliquie di Santa Costanza Martire; la cappella
di San Michele Arcangelo, dominata dallo splendido altare barocco in marmi
policromi. Infine, ultima verso l'ingresso è la cappella di San
Domenico, il cui altare fu eseguito su disegno del morbegnese Gabriele
Passerini, e in cui si trova un'interessante pala del '500 che raffigura
la Madonna con Maddalena e Santa Caterina d'Alessandria mentre reggono
un lenzuolo con l'immagine di San Domenico.
L'elevato numero di cicli di affreschi e di tele, legati ai nomi più
significativi dell'arte valtellinese fa della collegiata una vera e propria
galleria d'arte settecentesca della provincia.
La zona del presbiterio è molto ampia e profonda. Qui si trova
l'altare maggiore in marmi policromi disegnato da P.Ligari (1734). Lo
stesso ha affrescato l'abside che mostra al centro il Battesimo di Cristo
e ai lati delle finestre i quattro grandi Dottori della Chiesa.
Il grande tabernacolo ligneo contiene la reliquia della Sacra Spina della
Corona di Cristo, donata da Feliciano Niguarda, domenicano, teologo al
concilio di Trento e vescovo di Como, che la ricevette in dono dal duca
di Baviera, il quale a sua volta la ebbe dal re di Francia. In occasione
della festa di S.Croce (prima domenica di maggio), il reliquiario viene
portato in processione per rispettare un voto che la comunità di
Morbegno aveva espresso nel 1625.
Nella Settimana Santa viene innalzato un enorme catalfalco ligneo al centro
della chiesa, decorato con quattro scalinate, otto colonne e da una copertura
con archi rampanti barocchi (P.Ligari).
La storia della collegiata è segnata dall'episodio della trafugazione
di ben 37 tele avvenuta nel 1995. Di queste ne è stata rinvenuta
solo una.
Vi invitiamo a visitare le pagine del sito dedicate alla cittadina di
Morbegno in cui troverete
consigli per nuove visite culturali ma anche informazioni sulla gastronomia
locale, sui prodotti tipici e sulle manifestazioni della zona. |