Le rovine del Forte di Fuentes
sorgono sul colle di Montecchio e, sebbene la vegetazione rigogliosa le
nasconda all'occhio meno attento, sono in parte visibili sulla destra
percorrendo la strada che dalla Valtellina conduce verso Colico. Per raggiungere
la sommità del colle è necessario lasciare l'automobile
nei pressi del gruppo di case del Monteggiolo, piccolo agglomerato di
case nel comune di Colico, e proseguire a piedi lungo una comoda stradetta
che sale sino a condurre all'ingresso del forte.
Il complesso si presenta come una costruzione bastionata a pianta irregolare
circondata da muraglioni continui in pietra di estrazione locale (lunghezza
300 metri e larghezza 125). La porta vecchia, costituita da un ampio arco
centrale affiancato sulla sinistra da uno più piccolo, rappresentava
in passato l'accesso principale. Essa conserva ancora oggi il suo aspetto
solenne e austero. Varcato questo ingresso si incontravano, sulla destra,
i locali del prestino e successivamente i molini. Ci si immetteva così
sul vasto piazzale centrale su cui si affacciavano, e in parte si affacciano
ancora, la chiesa, nella quale venivano celebrati i riti sacri e la quale
rivela ancora tracce di stile barocco (lo sguardo attento potrà
rintracciare segni del raffinato fregio, degli stucchi e degli affreschi
che adornavano la cappella di Santa Barbara, e il palazzo del Governatore,
fiero nonostante il ben visibile stato di degrado.
Dietro il palazzo, in posizione strategica, si possono ammirare i resti
della cosidetta "Tenaglia", una vera e propria trappola militare
costituita da una serie di muraglioni il cui scopo era, in caso di attacco,
quello di aggirare il nemico su più fianchi rendendolo inerme.
In realtà le testimonianze rimaste non sono quelle risalenti al
periodo della dominazione spagnola. Prima dell'inizio della Prima Guerra
Mondiale la "Tenaglia" venne distrutta e al suo posto vennero
predisposte otto piattaforme, basi per cannoni. L'esercito temeva un possibile
attacco austriaco dalla Valtellina o dalla Valchiavenna e decise quindi
di utilizzare il forte come appostamento militare. Qui in realtà
i cannoni non vennero mai usati in quanto si optò per una nuova
costruzione, il Forte Montecchio-Lusardi, su un colle nelle vicinanze.
Il complesso era in origine dotato anche di ospedale, cimitero, caserma
e casematte. Le abitazioni dei soldati erano situate più in basso.
Questa fortificazione era collegata a tutta una serie di avamposti, tra
cui i principali sono il Castello di Fontanedo, la Torretta di Curcio,
le due Torri di Montecchio Nord e lo Stallone di Gera Lario.
I lavori per l'edificazione del forte iniziano nel 1603 sotto la direzione
dell'ingegnere militare Gabrio Busca e per volontà del Governatore
Spagnolo di Milano Don Pedro Enriquez de Açevedo, Conte di Fuentes.
Lo scopo di questa costruzione è la difesa del confine nord dei
domini spagnoli contro i Grigioni protestanti stanziati in Valtellina.
Il forte non conosce importanti assedi ne sconfitte, ma la sua presenza
per ben 2 secoli basta a togliere ai nemici ogni velleità di sperimentare
la sua potenza bellica. Per tutto il XVII secolo svolge una funzione deterrente
soprattutto nel luglio 1620 in occasione della rivolta valtellinese che
prenderà il nome di Sacro Macello (milizie grigioni di passaggio
presso Dubino vengono cannoneggiate). Il 29 agosto 1704 resiste ad un
assedio nel corso della guerra di successione spagnola. E' fra le ultime
opere dello stato ad arrendersi all'invicibile esercito del principe Eugenio
di Savoia. Nel novembre 1733 viene infinite espugnato dopo una lunga difesa
da parte di soli 60 uomini che lo presidiavano. Nel 1735 dopo numerosi
episodi travagliati il Ducato di Milano cambia definitivamente padrone,
gli austriaci subentrano agli spagnoli e Carlo VI diventa il nuovo Duca
di Milano. Nel 1782, il forte viene soppresso dall'imperatore Giuseppe
II, il quale lo aveva visitato nel 1769 e lo aveva dichiarato militarmente
inutile. Nel 1796 viene smantellato per volere di Napoleone. Per l'intero
XIX secolo viene lasciato in uno stato di totale abbandono, sino a quando
all'inizio del XX secolo assume la posizione di osservatorio e postazione
sussidiaria alle artiglierie in appoggio al forte Montecchio-Lusardi.
Oggi il forte è di proprietà della provincia di Lecco. |