L'abbondanza
di corsi d'acqua e di legna da cui ricavare il carbone ha consentito la
nascita di numerose attività basate sul loro utilizzo; è
questo il caso della Fucina Cavallari.
Situata nel Comune di Castello dell'Acqua la Fucina era un'industria nella
quale venivano prodotti attrezzi in ferro da impiegare nell'agricoltura
e nella vita quotidiana.
E' rimasta in funzione fino al 1980 quando, con l'avvento delle moderne
macchine industriali che hanno determinato una drastica riduzione della
domanda di manufatti artigianali in ferro, è stata abbandonata.
Il ferro in essa lavorato proveniva dalla vicina Val Belviso; l'impiego
dell'acqua prelevata dal vicino torrente Malgina, ne consentiva la lavorazione.
Nel periodo successivo al suo "abbandono" la Fucina è
stata interessata da un rapido processo di deterioramento interrotto grazie
all'intervento della Comunità Montana di Sondrio che ne ha curato
il restauro e la successiva trasformazione in Museo.
L'edificio che lo ospita è una costruzione in sasso a vista ed
è costituto da un unico locale in cui le pareti sono annerite dal
fumo e il pavimento è in terra battuta proprio come in origine.
Al
suo interno sono conservati tutti gli strumenti utilizzati per la fabbricazione
dei manufatti mentre nelle sue vicinanze è possibile vedere ciò
che rimane della centralina elettrica che ne consentiva il funzionamento
attraverso lo sfruttamento dell'acqua.
Trovandosi in zona consigliamo una breve visita anche all'abitato di Castello
dell'Acqua piccolo borgo costituito da ventisei contrade risalenti il
secolo XVIII e collocate in un contesto naturale incontaminato.
Raggiungere l'abitato è semplice, provenendo da Sondrio basta raggiungere
l'abitato di San Giacomo di Teglio, posto lungo la S.S. dello Stelvio,
ed oltrepassare il ponte che attraversa il fiume Adda, seguite poi le
indicazioni. |