Rifugio Cristina

In Val Belviso a quota 1260 metri
mappamondo stilizzato Partenza :
Rifugio Cristina (m 1260)

Arrivo :
Rifugio Cristina (m 1260)
Dislivello Complessivo :
raggiungibile in auto
Tempo di percorrenza :

Elementi di interesse :
in zona S. Paolo e Magàsc facilmente avvistabili, in primavera, famiglie di mufloni; a 20min. (a piedi) dal rifugio, proprio di fronte alla diga, grande area picnic del Parco Orobie Valtellinesi
Itinerario Sintetico :

Bellezza ( 2 / 5 )
Fatica ( 1 / 5 )
Pericolosità ( 1 / 5 )

MAPPA

Coordinate GPS : 46.110783° N 10.139402° E

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DESCRIZIONE DELL'ESCURSIONE

Autore: M. Dei Cas

Il rifugio Cristina si trova in Val Belviso, poco oltre l’abitato di San Paolo e prima della salita che conduce alla diga di Frera. Ricavato in origine da una vecchia baita, nel 1992 è stato totalmente ricostruito. Per raggiungerlo partiamo dalla statale 38 dello Stelvio, deviando a destra a Tresenda per imboccare la statale 39 dell’Aprica. Dopo dieci chilometri e mezzo prendiamo sulla destra in discesa Via Liscedo (cartello indicatore: centrale Ganda – diga di Frera). Poco prima di arrivare alla centrale delle acciaierie Falck, teniamo la sinistra (cartello indicatore per Frera). Al successivo bivio, ignoriamo la strada di destra che porta in Val Caronella e in Val Bondone e prendiamo a sinistra entrando in Val Belviso. Da questo punto, dopo la prima nevicata invernale, il transito è generalmente vietato da un’ordinanza del sindaco di Teglio. Salendo a piedi occorre circa un’ora di tempo. Poco dopo il fondo diviene sterrato, ma è comunque ben curato e pertanto, nella bella stagione, si può transitare in auto senza problemi. Saliamo alla destra del torrente (sinistra orografica), incontrando alcune baite e frequenti fontane-lavatoio, che oggi servono soprattutto per l’abbeverata.
La strada sale nel bosco tra abeti, larici, betulle e maggiociondoli, dapprima dolcemente e poi con pendenza più accentuata, nonostante qualche tornante. Vari rivoletti scendono sul lato della strada, mentre di fronte il Monte Nembra (m 2678) si erge in tutta la sua maestà. Un breve tratto in falsopiano ci porta ad un bivio dove, sulla sinistra, troviamo alcune baite ed una chiesetta. Qui parte il percorso per la Malga Magnolta (m 1945), raggiungibile in due ore, come ci indica un cartello segnavia posto a cura del CAI Aprica. Proseguiamo lungo il percorso principale e, in lieve salita, giungiamo a S. Paolo, piccolo nucleo abitato che ebbe importanza nei secoli scorsi per merito dell’industria estrattiva allora fiorente. Poco oltre, sulla sinistra, troviamo il nostro rifugio. Un buon suggerimento è di salire a piedi anche in estate, salvo che non si debba proseguire oltre per più impegnative escursioni. Quattro passi ed una boccata d’aria pura non possono che farci bene e, se non altro, ci stimoleranno l’appetito. La valle è assai frequentata da pescatori e cercatori di funghi.

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